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 Avvocati subito in Spagna

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Bambi1985
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MessaggioTitolo: Avvocati subito in Spagna   Avvocati subito in Spagna EmptyGio 22 Gen 2009 - 13:18

Da http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=521&ID_sezione=&sezione=

Un pomeriggio con i laureati che per evitare l'esame di stato vanno a tentare l'abilitazione in Spagna mentre gli ordini professionali si oppongono
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FLAVIA AMABILE
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Appuntamento da Giolitti, il bar a due passi da Montecitorio, in genere pieno zeppo di deputati, portaborse e giornalisti a ogni ora. Due volte al mese si trasforma in un luogo di pellegrinaggio per i laureati in giurisprudenza respinti all’esame da procuratore. C’è chi è stato bocciato una volta, chi due, chi non prova più perché tanto sa che è inutile. Arrivano a gruppi o da soli, a scansioni di mezz’ora l’uno dall’altro, per parlare con il loro guru. Si chiama Giovanni, avvocato, trentenne, pizzetto e modi decisi: il suo secondo lavoro è organizzare viaggi della speranza in terra di Spagna, dove procurarsi il titolo di procuratore legale è infinitamente più semplice. In Italia a superare le prove sono 35 laureati su 100. E’ una lotteria, non un esame: né gli ingegneri né i commercialisti, nessun’altra professione ha cifre simili.

Un tempo esisteva Catanzaro. «L’esamificio» la chiamavano perché lì alla lotteria vincevano quasi tutti: si arrivava a 97 laureati promossi su 100. Ma si poteva anche andare a Reggio Calabria, o a Messina o in altre città dove essere promossi tutto sommato era abbastanza semplice. Nel 2003 i meccanismi dell’esame vennero rivoluzionati, fu la fine dei viaggi della speranza da nord a sud alla ricerca della sede più compiacente. Ai laureati in giurisprudenza non restò che trovare un’altra via di fuga.

Siamo o non siamo nell’Unione Europea? Un avvocato spagnolo può o non può esercitare in Italia? Ed è vero che in Spagna per iscriversi all’albo bisogna pagare una lauta tassa ma non superare esami? Durerà solo fino al 2011, poi anche in Spagna si dovrà superare una prova di Stato. Ci sono ancora due anni pieni, però: chi può, ne approfitta.

Cifre su quanti procuratori con titolo conquistato in Spagna esercitino in Italia è difficile averne: una volta avuto il riconoscimento, si confondono negli elenchi generali, e ne sono ben felici visto che molti colleghi li considerano avvocati di serie B. Si sa che sono un centinaio in attesa di ottenere l’iscrizione all’albo, quasi la metà solo a Milano. A Sassari 13, a Torino 1 e nessuno a Roma, né a Napoli e in molte città del centro-sud. Cifre basse, in alcuni casi soprattutto perché gli ordini italiani si sono ribellati all’arrivo in massa dei procuratori miracolati lungo la via spagnola e hanno risposto alle richieste di riconoscimento del titolo conquistato in terra iberica con un ricorso al Tar o un semplice rifiuto ad accogliere la domanda del neo-avvocato dal titolo iberico. Accade a Verona e in buona parte del Veneto, accade in Piemonte ma anche a Udine e in tutto il Friuli.

A dispetto degli sgambetti degli ordini italiani, nell’agenda appoggiata su un tavolino del bar Giolitti, Giovanni ha pagine e pagine zeppe di nomi, orari, giorni della settimana. Io sono riuscita ad ottenere un appuntamento dopo giorni e giorni di attesa e insistenze. «Ci sono 150 persone solo a Roma in attesa per avere informazioni», mi spiega la segretaria di Omologazione Titoli, una delle agenzie più forti nell’organizzazione dei viaggi della speranza verso gli albi legali spagnoli.

Il meccanismo me lo spiega Giovanni. «Mi servono innanzitutto alcuni documenti. Da quel momento tutta la parte burocratica spetta a noi». Spetta a loro la procedura per la richiesta di omologazione. Se si vuole, spetta a loro anche la scelta dell’università dove superare la «prueba de aptitud», che permette alla laurea italiana di essere riconosciuta in Spagna.

La scelta vale tutti i soldi che le agenzie chiedono per il loro lavoro. «Vedi, noi possiamo trovare l’università dove si tiene la prova con le risposte multiple, quelle da riempire con crocette, o quella dove la prova prevede risposte scritte ma con la possibilità di portare i codici spagnoli commentati in aula», assicura Giovanni. E, quindi, copi quello che è scritto nel codice, oppure riempi la casella giusta senza nemmeno dover pensare all’ortografia, e il gioco è fatto. Percentuali di riuscita? Al primo colpo sono basse: ci riescono quattro o cinque su cento. Al terzo, tutti promossi, garantisce ancora Giovanni. Due anni almeno di tempo per arrivare al risultato.

Il costo? Tutto compreso viene 1900 euro, più Iva, dispense di preparazione incluse. Se invece si vuole affidare all’agenzia solo la parte burocratica, bastano 980 euro più Iva. Se non si hanno soldi da spendere conviene farsi un giro sui forum dei laureati in giurisprudenza. Io capito su Giuseppe, avvocato milanese seguendo la «via spagnola», secondo lavoro consulente in nero di chi vuol fare come lui. Mi offre per 350 euro le dispense per preparare la «prueba» e un consiglio da amico sull’università più facile. Pagamento su Carta Poste Pay, invio delle dispense immediato. Almeno così sostiene. E se fosse una truffa mi toccherebbe anche cercare un avvocato.


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E questa è una conversazione con Veronica Comici, una delle poche iscritte all'albo spagnole rientrate in Italia per esercitare la professione, ad accettare di raccontarsi senza nascondere nome e cognome.


Per molti è una vergogna, sanno che gli altri avvocati li considereranno sempre come appartenenti ad una casta inferiore e quindi preferiscono non uscire allo scoperto. Veronica Comici, «abogado» in Spagna in attesa di iscrizione all’albo dei legali ordinari di Latina, invece non si preoccupa di quello che si dirà di lei.

Si dirà che è una scorciatoia...
«Una scorciatoia? Per nulla. Diventare avvocati in Spagna non è nè più breve, né più facile, è solo un modo per riuscire liddove in Italia è praticamente impossibile arrivare. Sono laureata con 110 alla Sapienza, ho una tesi importante al mio attivo, ho sempre studiato, ma sono stata bocciata due volte all’esame da procuratore».

E ha studiato davvero per superare la prova in Spagna?
«Non solo: ho viaggiato, ho imparato una lingua straniera, ora ho delle competenze in più che mi permettono di essere più preparata di altri avvocati».

E’ riuscita al primo tentativo?
«No, al secondo. Ho fatto tutto da sola, non mi sono rivolta ad alcuna agenzia, in tutto ho speso 1200-1300 euro e ho impiegato due anni».

Le hanno fatto la guerra?
«Per l’ordine di Latina è stato un caso nuovo, questo è sicuro. Ci sono state alcune difficoltà iniziali, dovute soprattutto al fatto che nessuno sapeva come fare. Fra gli avvocati c’è chi pensa che io sia andata all’estero a comprare il titolo ma con il tempo e il mio lavoro si renderanno conto di quello che valgo».
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