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LELE
lizzie1985
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lizzie1985
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MessaggioTitolo: Tagli all'Università   Tagli all'Università EmptyGio 10 Lug 2008 - 10:07

Da un articolo di Repubblica sul Web

Dal mondo accademico forti critiche ai provvedimenti decisi dal governo
I rettori: "Situazione insostenibile". Le preoccupazioni di studenti e ricercatori
Tanti tagli, poche assunzioni
"Così chiudiamo le università"di ANDREA BETTINI

ROMA - Le prime difficoltà inizieranno a manifestarsi già tra qualche mese, con la sospensione di alcuni bandi per dottorati di ricerca. Poi, dall'anno accademico 2009-2010, varie università saranno costrette ad aumentare le tasse di iscrizione. Nei tre anni successivi, però, far quadrare i conti sarà sempre più difficile, tanto che qualcuno potrebbe non riuscire nemmeno a pagare gli stipendi ai dipendenti. Che nel frattempo saranno migliaia in meno rispetto ad oggi, perché i vincoli alle assunzioni saranno strettissimi.

A dipingere questo scenario catastrofico sono i rettori italiani, che hanno bocciato all'unanimità molte delle novità introdotte il 25 giugno dal governo con il decreto che anticipa la manovra Finanziaria. La riduzione dei finanziamenti al settore universitario, dicono, potrebbe rivelarsi insostenibile. Una preoccupazione condivisa anche da studenti e sindacati, che sperano in modifiche al testo durante il passaggio in Parlamento per la conversione in legge.

Partita un po' in sordina, la contestazione alla cura dimagrante imposta agli atenei si sta diffondendo. Nonostante la disponibilità all'apertura di un tavolo di confronto con le parti mostrata dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, l'inquietudine di rettori, docenti, personale amministrativo e studenti rimane. Anche perché le novità su cui discutere saranno molte: dagli interventi sugli stipendi alla possibilità di trasformare le università in Fondazioni, e cioè in enti di diritto privato.

Limiti alle assunzioni e tagli ai finanziamenti. Il Consiglio dei ministri ha deciso che anche l'università dovrà fare la sua parte per contribuire al risanamento dei conti pubblici. Lo strumento principale scelto per ridurre le spese è l'imposizione di grossi limiti al turnover: fino al 2011 le assunzioni dovranno essere contenute entro il 20% delle cessazioni dal servizio. In sostanza, ci potrà essere un contratto a tempo indeterminato ogni cinque pensionamenti. Dal 2012 il tetto salirà invece al 50%, cioè un'assunzione ogni due pensionamenti.

Le università non trarranno però benefici dalle minori spese. Parallelamente, a partire dal prossimo anno, verrà infatti ridotto il Fondo di finanziamento ordinario, che oggi ammonta a circa 7 miliardi di euro. Nel 2009 lo Stato diminuirà i propri versamenti di 63,5 milioni di euro ma questa cifra salirà fino a 455 milioni nel 2013, per un totale di quasi 1,5 miliardi nell'arco di cinque anni.

Secondo i rettori, però, questo sacrificio dissanguerebbe le casse degli atenei. "La situazione sarebbe pesante nel 2009 e diventerebbe insostenibile negli anni successivi - sostiene Enrico Decleva, presidente della Conferenza dei rettori (Crui) - Sappiamo che i costi saranno in aumento, mentre i finanziamenti sono destinati a diminuire. Non ci saranno i soldi per assumere e si avrà un'università ingessata, meno efficiente ed incapace di assorbire i giovani".

"Migliaia di posti di lavoro in meno". La riduzione del personale, a causa delle difficoltà economiche, potrebbe insomma essere anche più consistente di quella stabilita dal decreto legge. "Per l'occupazione la situazione è drammatica - denuncia il segretario generale della Uilpa Università e Ricerca, Alberto Civica - Si dice che bisogna assumere giovani leve, ma con il turnover si rischia di saltare un'intera generazione. In prospettiva saranno perduti migliaia di posti di lavoro". Una possibilità, questa, prospettata anche dai rettori. "I finanziamenti al nostro ateneo potrebbero passare dai 106 milioni di euro attuali a 84 milioni nel 2013, mettendo a serio rischio persino l'erogazione degli stipendi - dice il rettore dell'università di Trieste, Francesco Peroni, che lunedì ha contestato le scelte del governo insieme agli altri rettori friulani - Bloccando le assunzioni, solamente da noi in cinque anni il personale docente potrebbe ridursi di più di cento unità".

Tasse di iscrizione in aumento? Per gli atenei, uno dei modi più ovvi per tentare di bilanciare il taglio ai finanziamenti sarebbe aumentare le tasse universitarie, scaricando così almeno in parte le difficoltà economiche sulle famiglie degli studenti. Secondo la Crui, per il 2009 questo non sarà possibile perché le procedure per l'iscrizione sono già state definite, ma dal 2010 è probabile che siano in molti a pensarci. "Siamo preoccupati - ammette il presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari, Diego Celli - I rettori hanno fatto capire in modo esplicito che c'è il rischio di un aumento della contribuzione".

La stretta sugli stipendi. Brutte notizie anche per i dipendenti delle università. Per quanto riguarda i docenti, gli scatti biennali di anzianità diventeranno triennali, mantenendo però lo stesso importo. Il risparmio per lo Stato sarà di 40 milioni nel 2009 e salirà fino a 160 milioni nel 2013. Il decreto legge riduce inoltre il Fondo per il finanziamento della contrattazione integrativa del personale amministrativo con un intervento che, secondo la Crui, "mette in discussione quote ormai considerate fisse e continuative di salari già percepiti, a loro volta estremamente esigui".

La rivoluzione delle Fondazioni. A mettere in agitazione il mondo universitario è anche un'ultima novità introdotta dal governo: le università avranno la possibilità di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato. Una vera e propria rivoluzione nel panorama italiano, destinata a promuovere una maggiore autonomia e responsabilità degli atenei.

Su un punto così rilevante, però, molti avrebbero auspicato una maggiore riflessione. "Un tema centrale come il ruolo delle università in un paese moderno è stato affrontato con un decreto legge - dice Enrico Decleva - Per alcuni quella delle Fondazioni è una soluzione praticabile e positiva, ma la norma è precisa fino a un certo punto ed in questo momento non c'è certezza sui finanziamenti. Credo che la maggior parte degli atenei ci penserà bene prima di fare questo passo".

Verso un autunno di trattative. Il decreto dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro il 25 agosto, ma le vacanze estive imporranno quasi sicuramente un iter parlamentare accelerato, che dovrebbe concludersi tra meno di un mese. I tempi per intavolare una trattativa appaiono dunque piuttosto stretti, tanto che già si pensa a modifiche successive. "Al momento mi pare che si tenda a blindare il più possibile il provvedimento - continua il presidente della Crui - Nelle Finanziarie precedenti si partiva da delle ipotesi, qui c'è rigidità. Temo che per il 2009 i cambiamenti siano da considerarsi acquisiti. Speriamo di riuscire a dimostrare e a rendere esplicito che il sistema così non può reggere".

Sul fronte studentesco per ora si aspetta. La calma, facilitata dalla pausa estiva, potrebbe però scomparire rapidamente alla ripresa delle lezioni. "La situazione è pesante, però il ministro Gelmini ha detto che si impegnerà per limitare i tagli - dichiara il presidente del Cnsu, Diego Celli - Ci incontreremo a fine luglio e poi a settembre. Nelle associazioni studentesche la preoccupazione è diffusa, ma si è in attesa di vedere cosa succederà e non si è ancora fatto accenno ad eventuali proteste. Vedremo come il decreto legge sarà convertito".
(10 luglio 2008)

Per chi volesse il link http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2008-uno/universita-agitata/universita-agitata.html
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LELE
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MessaggioTitolo: Re: Tagli all'Università   Tagli all'Università EmptyGio 10 Lug 2008 - 15:57

però lasciatemi sfogare un attimo dopo tanto tempo che mi tengo dentro questa cosa..i tagli sono giusti cavolo..in primavera e in autunno in dipartimento ci sono circa 3000 gradi, termosifoni a tutto spiano (con quello che costa l'energia) e se ti vai a lamentare dicono che nn si può fare niente..in facoltà le luci tutte accese 18 ore al giorno (perchè il resto è chiuso) e via discorrendo con gli sprechi (come cambiare i monitor e i pc del laboratorio ogni due anni, come se per scrivere la tesi o navigare servisse un dual core)...
è giusto mettere in condizione di risparmiare, se poi i consigli d'amministrazione non sanno fare altro che tagliare i concorsi è affar loro, cioè..affar nostro, ma i tagli vanno fatti di sicuro
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lory5diddl

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MessaggioTitolo: Re: Tagli all'Università   Tagli all'Università EmptyMer 16 Lug 2008 - 12:06

oltre ai tagli imminenti sembra che la situazione sia più nera del previsto...
http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/bologna/2008/07/15/104617-brutta_pagella_dell_universita.shtml
il 21 luglio ci sarà l'incontro tra i rettori emiliani..boh...nn so sinceramente in cosa sperare..stiamo affondando Question o sono i giornalisti che gonfiano sempre tutto???
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michele lupoi




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MessaggioTitolo: Re: Tagli all'Università   Tagli all'Università EmptyMer 16 Lug 2008 - 12:56

lory5diddl ha scritto:
oltre ai tagli imminenti sembra che la situazione sia più nera del previsto...
http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/bologna/2008/07/15/104617-brutta_pagella_dell_universita.shtml
il 21 luglio ci sarà l'incontro tra i rettori emiliani..boh...nn so sinceramente in cosa sperare..stiamo affondando Question o sono i giornalisti che gonfiano sempre tutto???

...stiamo affondando...
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lizzie1985
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MessaggioTitolo: Re: Tagli all'Università   Tagli all'Università EmptyMer 16 Lug 2008 - 16:51

michele lupoi ha scritto:
lory5diddl ha scritto:
oltre ai tagli imminenti sembra che la situazione sia più nera del previsto...
http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/bologna/2008/07/15/104617-brutta_pagella_dell_universita.shtml
il 21 luglio ci sarà l'incontro tra i rettori emiliani..boh...nn so sinceramente in cosa sperare..stiamo affondando Question o sono i giornalisti che gonfiano sempre tutto???

...stiamo affondando...

purtroppo credo che lei abbia ragione professore..E' incredibile, non si vuole investire sulla formazione dei giovani. Si segue solo il ragionamento per cui: la scuola non produce niente (nessuna entrata) e quindi non le si da niente.
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michele lupoi




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MessaggioTitolo: Re: Tagli all'Università   Tagli all'Università EmptyMer 16 Lug 2008 - 16:57

L'Università è l'unico datore di lavoro che si aspetta che la gente lavori gratis...
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LELE
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MessaggioTitolo: Re: Tagli all'Università   Tagli all'Università EmptyMer 16 Lug 2008 - 21:52

sembrerò antipatico...ma vogliamo parlare del fatto che ci sono due persone alla portineria della biblioteca universitaria? uno o due a seconda nella portineria di palazzo paleotti...il personale sovrabbonda...!
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anonima

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MessaggioTitolo: Re: Tagli all'Università   Tagli all'Università EmptyMer 16 Lug 2008 - 22:43

La situazione in Italia è già critica,non per niente si è sempre parlato di
fuga dei "cervelli".Non capisco perchè se paghiamo tutti le tasse per avere
un servizio pubblico efficiente devono dimezzare gli stipendi,ridurre i dottorati,
il personale e aumentare ancora le tasse.
A me sembra un paradosso.
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ciottyna
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MessaggioTitolo: Re: Tagli all'Università   Tagli all'Università EmptyGio 17 Lug 2008 - 22:10

io sono incavolatissima con l universita.. quando si tratta di prendere i mille e passa € di tasse, non ci sono problemi,e sono sempre puntualissimi nel mandarti i bollettini... quando pero hai bisogno di informazioni delucidazioni e aiuto.. non c'è mai nessuno e i prof non sempre ti vengono incontro, anzi, per la prima volta ho avuto bisogno la scorsa settimana e niente...

circondata da un branco di menefreghisti....... Evil or Very Mad Evil or Very Mad Evil or Very Mad
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MessaggioTitolo: da la repubblica   Tagli all'Università EmptyVen 18 Lug 2008 - 12:37

Università, la protesta dilaga
"Via i tagli o stop alle lezioni"

di ANDREA BETTINI

ROMA - Contestazioni, minacce di bloccare lezioni, esami e sessioni di laurea, allusioni nemmeno troppo velate allo stop del prossimo anno accademico. Chi si attendeva un'estate di transizione ed un eventuale autunno di proteste, a quanto pare, era troppo ottimista. In molte università italiane è già iniziata la mobilitazione contro i tagli decisi dal governo il 25 giugno con il decreto che anticipa la manovra Finanziaria. Una protesta che sta dilagando e che, con toni e modalità diverse, coinvolge rettori, docenti, ricercatori e personale amministrativo.

Le spiegazioni e le rassicurazioni del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che di fronte alle prime polemiche ha parlato di "scelte dolorose ma indispensabili" e di "tagli sulla base di indicatori di merito", sembrano non essere riuscite a fermare le critiche. Mentre si moltiplicano le assemblee e gli allarmi per il futuro dell'università, la richiesta dei contestatori è sostanzialmente unanime: stralciare dal decreto alcune delle principali novità oppure modificarle durante l'iter parlamentare per la conversione in legge. Una posizione che sarà probabilmente ribadita il 22 luglio a Roma, quando alla Sapienza si svolgerà un'assemblea nazionale dei rappresentanti di tutte le componenti universitarie.

I punti contestati. A preoccupare il mondo accademico sono diversi provvedimenti. Il più criticato è la graduale riduzione, collegata ad una forte stretta sulle assunzioni, del Fondo di finanziamento ordinario, con risparmi di circa 1,5 miliardi di euro fino al 2013. Contestate anche le misure sugli stipendi, con scatti di anzianità dei docenti che da biennali diventeranno triennali ed una riduzione del Fondo di contrattazione integrativa del personale amministrativo. Molta perplessità, infine, anche sulla possibilità per gli atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato.

"Interventi inaccettabili". Dopo la bocciatura unanime da parte della Conferenza dei rettori, secondo la quale i tagli porteranno inevitabilmente il sistema al dissesto, dai vertici delle università continuano a piovere critiche nei confronti del decreto legge. Una mozione approvata ieri dai Senati accademici degli atenei toscani definisce interventi gravi e "inaccettabili" la riduzione dei trasferimenti statali e la limitazione "improvvisa, indiscriminata e pesante" del turnover dei dipendenti e chiede lo stralcio dal decreto delle norme che si riferiscono all'università. Venerdì scorso, invece, i quattro rettori delle università dell'Emilia-Romagna hanno denunciato che la "riduzione drastica delle risorse finanziarie e umane, oltre a mortificare l'intero insieme di professionalità e competenze all'università, mette a serio rischio la funzione didattica e nel contempo la sostenibilità delle attività di ricerca" e hanno convocato per il 21 luglio una riunione straordinaria congiunta dei quattro Senati accademici e dei consigli di amministrazione.

La mobilitazione. In molte università si stanno già mettendo a punto forme concrete di lotta. Ieri un'assemblea generale dei lavoratori e degli studenti degli atenei napoletani, indetta da Flc Cgil, Cisl Università e Uil Pa-Ur, ha deciso, tra l'altro, l'astensione "a tempo indeterminato dei docenti e ricercatori dalla partecipazione a organi collegiali" ed il ritiro della "disponibilità a ricoprire incarichi didattici per il prossimo anno accademico". Il 9 luglio, invece, l'assemblea del personale delle università "Cà Foscari" e Iuav di Venezia ha ipotizzato "il rifiuto di svolgere carichi didattici superiori alle richieste di legge, il blocco degli esami, delle sessioni di laurea e delle lezioni". Lo stesso giorno, all'università di Sassari, l'assemblea dei docenti ha invece dichiarato lo stato di agitazione dell'ateneo e non ha escluso "per quanto con doverose riserve ed a fronte di un ulteriore irrigidimento della controparte, il ricorso ad azioni più eclatanti quali la possibilità del blocco degli esami di profitto e di laurea".

"A rischio il prossimo anno accademico". Una delle prese di posizione più nette nei confronti delle decisioni del governo è quella del Senato accademico dell'università "La Sapienza" di Roma. Martedì 8 luglio, prospettando un "danno grave per l'avvenire dei giovani e per lo sviluppo del Paese", ha chiesto lo stralcio della parte del decreto relativa all'università e ha indetto una giornata nazionale di protesta dicendosi consapevole "che in queste condizioni non sarà possibile dare inizio al prossimo anno accademico".

La petizione online. Il Coordinamento Giovani Accademici, intanto, ha pubblicato sul proprio sito internet una petizione in cui denuncia tra l'altro che la stretta sugli stipendi ridurrebbe i compensi annui lordi a fine carriera di 16mila euro per i professori ordinari, di 11mila euro per gli associati e di 7mila per i ricercatori. Il documento, che chiede un nuovo approccio nei confronti dell'università italiana, è già stato sottoscritto da più di 3.100 tra docenti, ricercatori e studenti preoccupati per il proprio futuro e per quello degli atenei.

http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2008-uno/protesta-atenei/protesta-atenei.html
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