Da www.quotidiano.net:
L'angoscia di un'agonia, la tristezza di mille verità
Non so più se si può parlare di vita o di non vita. Una cosa è certa: nel giorno in cui la politica e le istituzioni hanno monopolizzato la scena con le loro divisioni, gli aspri contrasti giuridici, l’interventismo del Premier, "da padre", e il formalismo del Presidente, per garantire l’illibatezza costituzionale di questo Stato, Eluana è rimasta abbandonata nel suo letto di dolore di Udine e ha cominciato davvero il viaggio terminale. Se sono vere e confermate le notizie che arrivano dalla clinica friulana, il sondino di alimentazione è stato chiuso del tutto. Dicevano che la sospensione di acqua e cibo sarebbe stata graduale.
A questo punto della tragedia, forse cambia poco. Ma diventa certo e reale che, dopo mesi di agghiaccianti teorie, ora questa vita o non vita si avvia irrimediabilmente verso la morte e fra cinque giorni, al massimo, non sarà più possibile tornare indietro. Poi conteremo altri giorni, fino alla definitività. Quanti? Nessuno sa dirlo. Dipenderà dalla capacità dell’organismo di Eluana, che è giovane e, dicono, in buono stato, di resistere.
Comunque, una lunga agonia. E nessuno mai saprà dirci se soffrirà e soprattutto se le sofferenze del corpo saranno avvertite dal cervello che si è addormentato 17 anni fa. La scienza, divisa come e peggio della politica, più militante (nel campo laico o in quello confessionale) che oggettiva, non sa dare risposte incontrovertibili. Nel dubbio, rabbrividisco. In questa storia terribile, che stritola coscienze e intelligenze, ci sono mille verità e forse nessuna davvero vera. Invidio quelli che hanno certezze, la vita o la morte.
Lo spettacolo pubblico rappresentato ieri ha definitivamente travolto Eluana, papà Beppino e mamma Sati, devastata anche nel corpo. Una questione etica trasformata in fatto politico, di odio politico. E di coscienze divise. Mentre Eluana partiva per l’approdo finale. Che tristezza.
di Pierluigi Visci