Fonte: http://www.giuri.unipd.it/
Criteri stilistici per la redazione e per l’impaginazione della tesi
- Lunghezza: una buona tesi di laurea deve avere un contenuto di almeno un centinaio di pagine (bibliografia esclusa);
- Impaginazione: la tesi dovrà essere stampata in modalità fronte-retro;
- Pagina: per pagina si intende una c.d. “cartella”, cioè un foglio dattiloscritto di 25 righe con almeno 60 battute per riga (Attenzione: le 25 righe vanno calcolate
come righe di testo; è chiaro che se una cartella è densa di note a piè di pagina, il numero totale di righe aumenterà);
- Margini: dal programma di Microsoft Word, selezionare il percorso File-Imposta pagina; nel sottomenù “pagina” selezionare la modalità
“pagine affiancate”, inserire poi i seguenti margini:
margine superiore e margine inferiore: 4 cm
margine destro e margine sinistro: 3,5 cm
margine di rilegatura: 1 cm
- Carattere: a scelta dello Studente; i caratteri normalmente più utilizzati sono Times New Roman e Garamond; si prega cortesemente di non scegliere caratteri troppo ricercati che rendano difficile la lettura del testo; inoltre:
dimensione del carattere del testo: 13
dimensione del carattere delle note a piè di pagina: 11
interlinea: 1,5
testo: giustificato (Attenzione:anche il testo delle note a piè di pagina va giustificato)
- Numeri di pagina: i numeri di pagina vanno posizionati in basso ed esterni; normalmente la numerazione inizia dalla prima pagina di testo; l’indice iniziale non ha i numeri di pagina;
- Capitoli e paragrafi: il testo va suddiviso in capitoli, che individuano gli argomenti principali trattati nella redazione della tesi. Ogni capitolo sarà a sua volta suddiviso in paragrafi, cioè in sotto-argomenti; ogni paragrafo dovrà avere una sotto-numerazione (ad es., il
secondo paragrafo del primo capitolo sarà numerato 1.2) e un proprio titolo; è opportuno evidenziare il titolo del paragrafo con il carattere grassetto e/o sottolineato;
- Inizio nuovo capitolo: se un capitolo finisce in una pagina con numero pari, il capitolo successivo inizia alla pagina dispari
immediatamente successiva; viceversa, se il capitolo finisce in una pagina con numero dispari, si salta la pagina pari e si inizia il capitolo in quella successiva con numero dispari: ciò perché il capitolo nuovo deve sempre iniziare nella pagina dispari, che è quella di destra. Per quanto riguarda, invece, la spaziatura tra i paragrafi appartenenti al medesimo capitolo, sarà sufficiente separarli da due interlinee.
- Indice: all’inizio della tesi va inserito l’indice che dovrà riportare la “struttura” del testo (cioè la suddivisione in capitoli) e, all’interno di ciascun capitolo, il titolo dei paragrafi che lo compongono; per ogni paragrafo va indicato il numero della pagina ove esso inizia; il numero della pagina va posizionato lungo il margine destro della pagina, in modo tale che tutti i numeri siano allineati a destra.
- Note a piè di pagina: le note a piè di pagina servono per inserire le citazioni e i riferimenti bibliografici, sia di dottrina, sia di giurisprudenza; non è necessario iniziare una nuova numerazione a partire dal numero 1 per ciascun nuovo capitolo, sarà sufficiente continuare con la numerazione iniziale;
- Bibliografia: nelle note a piè di pagina vanno citati gli Autori richiamati nel testo (cioè: per ogni citazione che si
effettua nel testo, al termine della citazione – o del richiamo generico alla dottrina – si inserisce una nota a piè di pagina ove si indica l’estremo bibliografico), mentre nella bibliografia inserita alla fine della tesi vanno inseriti tutti i riferimenti bibliografici reperiti durante il lavoro di ricerca (purché, ovviamente, pertinenti all’argomento oggetto della tesi), anche se non sono stati letti dal laureando o utilizzati ai fini della redazione della tesi. La bibliografia va distinta in “dottrina” e “giurisprudenza”: i contributi dottrinali vanno riportati in ordine alfabetico per nome dell’Autore (non è necessario distinguere tra opere monografiche e contributi pubblicati in riviste); i precedenti giurisprudenziali vanno suddivisi a loro volta tra
giurisprudenza di legittimità e giurisprudenza di merito, utilizzando un
criterio cronologico (dal più recente al più risalente). Ricordarsi sempre di indicare in quale rivista o banca dati è reperibile la sentenza che si cita.
- Indicazioni bibliografiche: i contributi di dottrina vanno citati come segue:
il nome dell’Autore va scritto con carattere Maiuscoletto;
il titolo dell’opera monografica o del contributo dottrinale va citato con carattere corsivo;
dopo il titolo dell’opera va indicato il luogo di pubblicazione (non l’editore: ciò significa che si scriverà Padova, e non Cedam; Milano, e non Giuffrè); a seguire l’anno di pubblicazione della
monografia.
Se si tratta di rivista, il nome della stessa va inserito, in corsivo, dopo il titolo del contributo; a seguire l’anno della rivista; dopo l’anno va indicato anche il numero della rivista.
Infine, va sempre indicato il numero della pagina da cui si prende la
singola citazione (o, se si cita l’intero lavoro, come nella bibliografia
finale, si distingue tra monografie, in cui non andrà indicato alcun numero di pagina, e riviste, nel qual caso andrà riportato il numero della pagina ove inizia il contributo).
Si riportano per comodità alcuni esempi:
Belli, Contento (a cura di), Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, Commento al D.Lgs. 1 settembre 1993, n. 385, vol. 2, Bologna, 2003;
Capriglione, (a cura di), Diritto delle banche, degli intermediari finanziari e dei mercati, Bari, 2003;
Annunziata, La disciplina del mercato mobiliare, Torino, 2004;
Lipponi, Ancora su arbitrato e fallimento, in Riv. Arb., 2004, 705; Montanari, Fallimento e giudizio arbitrale su crediti nella prospettiva della concezione negoziale dell’arbitrato rituale (commento a Cass., Sez. Un., 6 giugno 2003, n. 9070), in Corr. Giur., 2004, 320 ss.;
Busnelli, voce “Obbligazione, IV. Obbligazioni divisibili, indivisibili e solidali”, in Enc. Giur. Treccani, XXI, 1990, 7;
Pacchioni-Grassetti, voce “Diritto civile”, nel Noviss. Digesto It., V, Torino, 1975, 800 ss.; Cass. 17 aprile 2003, n. 6165, in Fallimento, 2004, 523 (con nota di Vincre);Cass., Sez. Un., 3 ottobre 1979, n. 5172, in Foro It., 1979, I, 2302;App. Milano, 10 ottobre 1980, in Giust. Civ., 1980, I, 2787;
- Il colore della copertina della tesi è a scelta dello Studente.