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 per scriverne "di tutti i colori"!

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MessaggioTitolo: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptySab 19 Apr 2008 - 22:07

Mi trasferisco in un nuovo spazio per continuare un discorso che mi interesserebbe molto approfondire con voi, proseguendo l'animata discussione che, dalla partitocrazia, dalla sinistra alla destra, si è evoluta nella questione continuità e discontinuità tra uguaglianze e differenze. Continuare a interrogarci se è davvero così necessario vedere il mondo diviso in tre: i SIMILI, i DIVERSI=l'altro=incognita o nemico o oggetto di giudizio; e NOI.
E se è necessario comunque continuare a giudicare, in base a scale di valore personali e raltive, chi non la vede come noi. Assumendo che ognuno vive come sa, non si possono accettare scale di valore configurate in ordine diverso dal nostro senza allora rifiutarle o giudicarle? Non si può imparare e vedere come preziosa l'esperienza altrui?! Non si potrebbero buttare massificazioni e pallottolieri per rivolgersi alle individualità, alle personalità?
Non è riduttivo e semplicistico soffermarsi al nostro vissuto e alle nostre credenze?! Non si possono integrare con le differenze altrui come arricchimento?! Sospendendo il giudizio, dialogando senza accusare: ascoltarsi.
Quando le differenze sono bellissime storie da sentirsi raccontare.

Dato che eravamo inseriti in un contesto ormai con un titolo inadeguato, ho pensato di ritagliare un nuovo spazio bianco. Se i moderatori lo trovano opportuno, potrebbero spostare i nostri post in materia, qui?!


Ultima modifica di le livre noir il Dom 20 Apr 2008 - 13:56 - modificato 1 volta.
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LELE
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptySab 19 Apr 2008 - 22:36

bene...Smile
raccolgo l'invito di le livre noir e voglio sottoscrivere un'invettiva a favore del relativismo...se da un lato è vero che non si deve giudicare, dall'altro è normale che ognuno abbia un proprio passato, un proprio vissuto e interpreti il mondo in modo del tutto relativo, appunto perchè siamo tutti diversi.
Non esiste un unimo metro di paragone, un unico "questionario" che se dato in mano a 10 persone di fronte a un unico fenomeno darà la stessa risposta. mai.
Penso poi che quello che voi chiamate giudicare in questi casi sia spesso sfumato in esprimere opinioni diverse, indicando i momenti di diversità....dire che chi vota a destra è ignorante personalmente non la reputo nè un'offesa nè un giudizio, anche se in parte lo potrebbe essere, ma solo perchè si inserisce in un'ottica di confronto e se, ovviamente sia necessariamente argomentata. forse bisognerebbe essere più tolleranti verso le opinioni altrui, io nn ce l'ho con nessuno per tutto quello che mi si dice, e spero che la cosa sia reciproca....accetto quello che mi si viene detto, ma l'importante è che tutti possano dire la propria e rispondere...in fondo la Verità maiuscola non esiste..

p.s. il forum di prima è stato chiuso, ma ho potuto in extremis inserire l'ultimo post...ovviamente la risposta di admin è bene accetta sia di qua che di la...

MORALE DELLA FAVOLA....SIAMO QUA PER PARLARE!
siamo troppo intelligenti per odiarci per le opinioni altrui Smile
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MessaggioTitolo: i precursori   per scriverne "di tutti i colori"! EmptySab 19 Apr 2008 - 22:42

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Effettivamente concordo con Swann, sul termine "razza" abbiamo esaurito le sfumature! Però la discussione su diversità e uguaglianza a me piace molto, vorrei interpellare qualche pensatore!

Intanto ho scelto un brano che, per me, è il più bel trionfo delle diversità, quando la bussola segnava nord-est e sud-est Wink :

"Erodoto il padre della storiografia, racconta una storia interessante, per quanto piuttosto raccapricciante. Il re di Persia, Dario I, intendeva dare una lezione ai Greci residenti nel suo impero. Faceva parte dei costumi di questi ultimi cremare i loro morti. Dario convocò gli Elleni che si trovavano nel suo regno e chiese loro a quale prezzo erano disposti a mangiare i cadaveri dei loro genitori, e quelli risposero che non l'avrebbero fatto a nessun costo. Dopo di che, Dario chiamò gli Indi detti Collati, che mangiavano i loro genitori, e chiese loro, alla presenza degli Elleni che capivano quanto veniva detto a mezzo di un interprete a qual prezzo avrebbero accettato di bruciare i genitori morti e quelli, alzando grandi grida di protesta, lo pregarono di non parlare così."
(Karl R. Popper, Il mito della cornice).


Tornando a dove ci eravamo lasciati: l'idea di ugiaglianza è ovviamente formale nel senso di parità di trattamento garantita a chiunque, necessità che ci proviene proprio dal fatto che siamo tutti diversi:

(Platone, Repubblica)
"Neppure una banda di briganti o di ladri potrebbe mettersi insieme e portare al termine una malefatta qualsiasi, se non rispettasse ne suo interno le regole della giustizia. Queste regole tendono a far sì che gli uomini, invece di ammazzarsi e nuocersi a vicenda, possano vivere insieme e progettare e coordinare le attività da cui dipende la loro vita nel mondo. Tendono altresì a diminuire conflitti o a diminuirli o a stabilire criteri per la loro soluzione pacifica; nonché a favorire e dirigere certe trasformazioni dei moduli cui si conforma la vita associata o a escluderne altre."

A garanzia delle diversità, affinchè ognuno possa esprimersi regalando il valore delle proprie differenze, arricchendo chi non ha vissuto l'esperienza di altre mille vite, tale uguaglianza formale sceglie come codice una dialettica non faziosa e relativa, orientata a conoscersi e ascoltarsi per imparare dall'altro, ragionando insieme:

"Dal fatto che le opinioni si rivelano tutte egualmente confutabili o sostenibili, Socrate, non trae, come Protagora, la convinzione che la dialettica abbia il compito di persuadere o dissuadere in merito all'una o all'altra, indipendentemente dal vero, cioè egli non ne evince la tesi che tutte le opinioni sono vere, bensì al contrario, che esse in quanto possono essere tanto vere quanto false, non hanno quel carattere di sapere stabile proprio dell'universale, cioè della scienza. Il compito della dialettica diventa un compito critico: essa non deve mettersi al servizio di questa o di quella opinione, per sostenerla o per demolirala, ma deve invece cercare di mettere alla prova tutte le opinioni cercando di confutarle nella loro pretesa di valere come vero sapere, pur non essendolo".(Franco Volpi, Schopenhauer e la dialettica).

Infine a questa antologia vorrei aggiungere un appunto personale, si parlava anche di necessità di puntualizzare le differenze per incentivare la MERITOCRAZIA: io penso che il merito necessita di effettività non di circostanze casuali ergo va dimostrato concretamente.. la valutazione dei difetti altrui tramite le differenze significa partire dal presupposto che la differenza da sè consista nel peggio dell'altro, significa cioè dare un giudizio di valore, non una considerazione logica e lucida.
Tutto ciò che tramite questo procedimento si trae per mettere in luce al contrario propri aspetti migliori non è che confondere meriti con circostanze di fatto puramente casuali, quindi ognuno di noi potrebbe essere l'altro.
Ancora, se le differenze sono strati che costituiscono dalla nascita una direzione esistenziale, "una base di partenza" che parla di "dove veniamo" (in senso lato) allora tutto ciò che si costruisce o si corregge o si acquisisce o si autoeduca, non è che un lavoro su se stessi che fa assurgere l'uomo, da prodotto a persona. Le differenze non si dividono quindi tra positive e negative. Semmai le basi di partenza possono essere privilegiate o sfavorite, ma questo non impedisce, anzi esige la costruzione di una piattaforma comune da cui partire se davvero una gara al migliore è così necessaria.
Non si possono scambiare le gare personali (talvolta sleali) con i percorsi di vita, con i contributi esistenziali, con la difficoltà di crescere che appartiene a tutti.
Quindi snocciolare stereotipi e pregiudizi che favoriscono l'immagine di sè e parlano male degli altri non è sinonimo di rilevare dati di fatto, nè tantomeno esaltare costruttivamente le differenze contro l'egualitarismo, bensì significa giocare barando e paura di mettersi in gioco.
Quando si è meritevoli e talentuosi non serve mostrare le differenze tra sè e gli altri, non se ne ha bisogno.
Non esiste automatismo di associazione logica tra differenze e giudizio di valore meglio/peggio; buono/cattivo; giusto/sbagliato.
Il merito si dimostra sul campo parlando di sè, non degli altri.
La propria personalità non può essere omologata.
E il fascino della personalità è cosa ben diversa dal forza del carattere.
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Ultima modifica di le livre noir il Dom 20 Apr 2008 - 14:02 - modificato 8 volte.
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptySab 19 Apr 2008 - 22:44

Le livre ottima idea..spero tanto che questo nuovo spazio si lascino da parte insulti e critiche poco costruttive..
Un pò di tempo fa ho letto un articolo in cui veniva analizzata la questione delle tradzioni regionali, in particolare lo scienziato che aveva avviato la ricerca ha "profetizzato" la scomparsa dei dialetti..
Che ne pensate?
Io credo che sarebbe 1 grave xdita e che in qualke modo si dovrebbe pensare a salvaguardare il patrimonio tradizionale e culturale regionale..prima che italiano..se le differenze ci sono ci sarà un motivo ed è bello ricordarle xkè rappresentano una traccia di nostri predecessori..
Non sono molto informata a riguardo..sapete se a livello regionale ci sono delle iniziative in merito?Io ne conosco solo una..precisamente a Biella i bimbi delle elementari seguono delle lezioni sulla cultura e tradizione popolare...


Ultima modifica di Admin il Sab 19 Apr 2008 - 22:48 - modificato 2 volte.
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptySab 19 Apr 2008 - 22:52

Admin ha scritto:
sapete se a livello regionale ci sono delle iniziative in merito?Io ne conosco solo una..precisamente a Biella i bimbi delle elementari seguono delle lezioni sulla cultura e tradizione popolare...
In Sardegna il sardo è considerata una lingua, nella regione ci sono varie iniziative per salvaguardarla esiste anche un dizionario online:
http://www.ditzionariu.org/
Per chi volesse approfondire lo rimando qua:
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_sarda
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MessaggioTitolo: dissapori tra intellettuali   per scriverne "di tutti i colori"! EmptySab 19 Apr 2008 - 23:12

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C'era chi come noi, anche se non disponeva di un forum, si interrogava degli stessi dilemmi, due eminenze eminentissime. Contributi per le nostre riflessioni!
Li faccio parlare Very Happy

"Il contrasto tra Rousseau e Nietzsche può essere illustrato proprio dal diverso atteggiamento che l'uno e l'altro esprimono rispetto alla naturalità e artificialità dell'eguaglianza e della disuguaglianza. Nel discorso sull'origine della disuguaglianza, Rousseau parte dalla considerazione che gli uomini sono nati uguali, ma la società civile, vale a dire alla società che si sovrappone lentamente allo stato di natura attraverso lo sviluppo delle arti, li abbia resi diseguali. Nietzsche, al contrario parte dal presupposto che gli uomini siano per natura diseguali (ed è un bene che lo siano, perché fra l'altro una società fondata sulla schiavitù come quella greca, era proprio in ragione dell'esistenza degli schiavi, una società evoluta) e soltanto la società, con la sua morale del gregge, con la sua religione della compassione della rassegnazione, li ha resi tutti uguali. Quella corruzione, che per Rousseau ha generato la disuguaglianza, ha generato per Nietzsche l'uguaglianza. Là dove Rousseau vede disuguaglianze artificiali, e quindi da condannare e abolire perché in contrasto con la fondamentale eguaglianza della natura, Nietzsche vede un'uguaglianza artificiale, e quindi da esecrare in quanto riduttiva della benefica diseguaglianza che la natura ha voluto regnasse tra gli uomini. L'antitesi non potrebbe essere più radicale: in nome dell'eguaglianza naturale, l'egualitario condanna la diseguaglianza sociale; in nome della diseguaglianza naturale, l'inegualitario condanna l'uguaglianza sociale. L'idea formulata secondo cui la distinzione tra sinistra e destra corrisponde alla differenza tra egualitarismo e in diseguaglianza si pone a un tale livello di astrazione che può servire tutt'al più a distinguere due tipi di ideali. Ripeto ancora una volta che non sto dicendo che una maggiore uguaglianza è un bene e una maggiore diseguaglianza un male. Sospendo ogni giudizio di valore. Del resto, se l'eguaglianza può essere interpretata negativamente come livellamento, la disguaglianza può essere interpretata positivamente come riconoscimento della irriducibile singolarità di ogni individuo. Non c'è ideale che non sia acceso da grande passione. La ragione o meglio, il ragionamento che adduce argomento pro e contro per giustificare le scelte di ciascuno di fronte a se stessi, viene dopo. Per questo i grandi ideali resistono il tempo e al mutar delle circostanze e sono, l'un l'altro, irriducibili. La spinta verso sempre una maggiore eguaglianza tra gli uomini è, come aveva osservato nel secolo scorso Toqueville, irresistibile. Mai come nella nostra epoca sono state messe in discussione le tre fonti principali di diseguaglianza: la classe, la razza, il sesso. La graduale parificazione delle donne agli uomini, prima nella piccola società familiare, poi nella più grande società civile e politica, è uno dei segni più certi dell'inarrestabile cammino del genere umano verso l'uguaglianza".
(Norberto Bobbio, Destra e Sinistra)

Questo è per noi due lele!
Direi che non si tratta di disaccordo tra me e te, bensì di continuità o discontinuità tra l'idea che le differenze in quanto tali hanno tutte identico valore. Poi ognuno di noi sceglierà la propria interiorità e la progettualità di sè, i bivi del proprio percorso; differenziandosi per la risposta personale a tutte le alternative che la vita ci presenta.
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Ultima modifica di le livre noir il Dom 20 Apr 2008 - 14:09 - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyDom 20 Apr 2008 - 3:18

caspita...ammutolisco di fronte a una tale magnificenza di linguaggio e di pensiero...

ma quanto mi è dato capire da questa bellissima analisi di Bobbio del pensiero di Rousseau e di Nietzsche è che l'uomo è abbandonato al relativismo...e quindi non posso che essere daccordo..

invece più in alto nel tuo discorso filosofeggiante hai sostenuto che la critica verso qualcosa è fatta per esaltare il sè, ma ciò non è automatico. Sottolineare gli errori altrui non ha sempre una finalità egocentrica, ma a volte può anche ridursi in un constatazione del diverso.
io non baro, sarei disposto a mettermi in gioco in prima persona....tu dici che il merito è parlare di sè e delle proprie azioni, e non dei difetti degli altri..ma anche questo esempio qui non ha trovato "l'apertura" necessaria..appena ho fatto menzione di un piccolissimo traguardo che con difficoltà ho raggiunto sono stato apostrofato come una robottina di un telefilm degli anni ottanta, come se mi trovassi attaccato dal bullo di una qualsiasi scuola media di periferia...
penso che il discorso sia da ribaltare, e il problema non sia di chi parla, ma di chi ascolta. L'animo di molte persone è troppo sensibile perchè vedono un attacco indiretto in ogni parola che sentono: il loro orgoglio è toccato, scalfito lacerato e dei moti interiori si accendono, l'irrazionalità avanza. E allora si risponde con frasi altisonanti asserendo che chi parla non sa cosa sta dicendo, che non vive la situazione, che ragiona per stereotipi, eccetera.
L'oratoria è difficile, ma ancor più difficile è essere un buon ascoltatore, e ammettere, a volte anche con umiltà ciò che stiamo sentendo.
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyDom 20 Apr 2008 - 13:16

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Parlare di sè: in senso di esporre le proprie idee parlando in prima persona, di quello che si sa e mettendocisi dentro, non dire che traguardi si è raggiunto. Quello è egocentrismo. Parlare di sè in un discorso su un tema definito comporta esprimere la propria riflessione sull'argomento senza attaccare gli altri o autodefinire differnze e confini o narrando le proprie glorie. Ascoltare può significare fare domande, dimostrarsi curiosi di conoscere. Questo per me è dialettica.

Partire con concezioni che fanno muro o che sono espresse come incudini con sicurezza e senza margine e poi apostrofare gli altri e parlare in contrapposizione di sè, non è nè rilevare differenze, nè comunicare, bensì opinare.

Tu dicevi che esprimere un giudizio su qualcuno, argomentandolo, non è che esprimere una tua singola e innocua opinione. E che quindi la sensibilità non può essere frustrata per una piccola contestazione soprattutto se si sa interiormente ciò che si è! Che sia un'opinione legittima sono d'accorso, che possa non essere presa a male anche. Ma tu sottovaluti te stesso, ossia, io sto parlando qui con voi è ovvio che voglia trasmettervi ciò che penso, e se voglio farlo è perchè ci tengo a quello che avete da dirmi, da spiegarmi, da muovermi come critica, se mi fa piacere e quindi esterno una mia opinione o una testimonianza è perchè vi ritengo persone con cui confidarmi, vi stimo.
Quindi la violenza dell'aggettivazione o delle parole non scelte non sta nel fatto che mi feriscono perchè riguardano per forza me, bensì perchè non aiutano all'apertura, ottengono solo il risultato di ferire e di chiudere, non c'è l'idea di dire....-bho, e da dove viene questo modo di pensare, soprattutto se proviene da studenti come noi, che vivono la nostra stessa realtà?!-; Non viene da approfondire incuriosendosi e dire, -mi spieghi da cosa ti sei formato quest'idea?!- E perchè non viene automatico questo modo di porsi? PErchè quando parliamo ci distacchiamo, ci tiriamo superiormente anche se a volte inconsapevolmente fuori dal resto e giudichiamo. Perciò se tu dai a una persona dell'ignorante, sicuramente lo pensi, ma non l'aiuti a capirti e continui a non capirla e lei rimane ferita perchè per lei la tua opinione pesa e se non fosse così saremmo tutti pazzi a interrogarci invece di contattare chi abbiamo voglia di sentire per davvero. E ci rimango male anche se non dai opinioni negative direttamente su di me, perchè io invece ho voglia di sentire quella voce e se tu la fai tacere o la spingi a degenerare in altri insulti, mi privi della libertà e della gioia di sentirla e mi sento lesa in un mio interesse legittimo. Quindi il risultato è di imporsi su tutti....mi sembra un po' troppo solo per un'opinione....no? E è troppo semplice nascondersi dietro la definizione di "opinione" per detonare le parole...altrimenti riproponiamo la scala alimentare: il più forte (facciatosta, pesante nelle parole, prepotente) mangia il più debole (chi è qui legittimamente in base a altre regole esposte nel post di amministrazione e che poi si vede trasformare l'orto in savana). Questo non è rivolto a te, è estremizzato per fare capire cosa intendo dire. Il più forte può essere solo chi ha più coraggio e il più debole chi è timido. Il giudizio di valore debole/forte nell'ottica della comunicazione. Certo anche questa è una differenza e tu potresti dirmi che ognuno ottiene quel che può quindi se uno è timido peggio per lui che non sa trovare risolutezza suffieciente. DEl resto il timore reverenziale non è esimente. Eppure qui non siamo nell'ecosistema darwiniano. E possiamo decidere noi di non esserci: ci siamo iscritti su una piattaforma di comunicazione creata nella volontà di scambio interpersonale, in più chi può avere meno dimistichezza o meno aggressività non è nè meno prezioso nè necessariamente deve imparare la dura vita della persona tranqulla, perchè possiamo essere tutti noi, col nostro interesse reale e la nostra voglia di conoscere e di dare spazio e opportunità a altre persone che portano con nuovi punti di vista, nuove implicazione di cui stupirsi.

Per cui io sono d'accordo con te sull'idea di differenza e responsabilità, ma queste regole (a cui applicare il linguaggio comunicativo comune: dialettica rispettosa) devono però valere per tutti! Chi scrive e chi ascolta, chi si oppone e chi è d'accordo.
Se no si creano gruppi faziosi di chi la pensa nello stesso modo con maggiore forza o potere rispetto agli altri e questo è branco per interesse di difesa e avanzamento e non gruppo di persone che si sentono tutte diverse, perchè si può essere diversi in sidaccorso o in accordo rimanendo separati e diversi anche nelle esternazioni. Quindi per me l'unicità nella diversità è la primissima regola per l'onestà intellettuale e la non coalizione opportunistica e sterile. Proprio perchè qui non ci sono partiti o ragioni da inculcare o leadership da detronizzare e usurpare. Qui la struttura è democratica: i leader li abbiamo e si chiamano moderatori e amministratori i quali si occupano di garantire regole comuni formali di dialettica: gli spazi, l'ordine, i topic, la casella di post. E poi insieme a loro ci siamo noi per parlare ma su basi paritarie di potere di esprimersi. Quindi sistema di sistemi. E se mi concedi una battuta vezzosa, l'apoteosi dell'uguaglianza sostanziale sono i tasselli dell'oroscopo vicno ai nostri avatar!!! Adorabili....

Quanto alla disquisizione filosofico letteraria è proprio la chiave di ciò che vorrei spiegarti come mio punto di vista: io non voglio e mai ho voluto convincerti di niente. Non ho verità. Ho solo tante lacune che vorrei colmare con l'ascolto e la disponibilità a conoscere. E come Hesse in Siddhata sono aperta all'idea dell'osservazione e dell'ascolto di tutti i volti e tutte le storie e tutte le visioni che chi mi sarà dato incontrare nel mio cammina mi offrirà e mi regalerà, come testimonianza, come parte di sè, per conoscere e non bypassare tutto ciò che io non posso vivere nè conoscere. Perchè siamo tutti incompleti, siamo tutto parziali e relativo, perchè ogni vita umana è una, ma una sola, esperienza. E il mondo non è fatto da uno. E le esperienze non sono solo i grandi eventi o le grandi storie, ma le quotidianità, le interiorità, le fatalità, le complessità di ciascuno di noi. Di questo credo sia fatto il mondo. E l'umanità può cibarsi solo di umanità. Quindi l'esaltazione della diversità è indescrivibilmente sconfnata: vedere nell'altro, diverso da noi, cosa potremmo essere se.... se fossimo nati lì, se avessimo avuto quell'educazione, se avessimo incontrato quella persona, se ci fossimo trovati in quel dato istanti in quel particolare luogo e momento.... E in fondo tutto è opinabile, ma non da chi è solo un'altra serie di combinazioni. Quindi nessuno può giudicare assolutisticamente qualcun altro credendo di avere ragione. Si può solo ragionare di cosa relativsticamente si sceglie in base a ciò che si è per quello che ci è dato insieme a ciò che si è scelto quando poi si è potuto farlo! Dunque gli altri non sono per forza da contestare. Gli altri nel loro piccolo sono delle micro verità: se noi avessimo avuto il loro percorso, come loro hanno avuto, potremmo essere quella combinazione! La chiave per me è proprio l'ascolto, ma non tanto l'ascolto di pensieri convinti e oltranzisti, quanto l'ascolto e la voglia sincera di conoscere la ricostruzione derl percorso di chi ho davanti. Per capirlo, per vedermi allo specchio e per capire quanto sono particolaristica, di quanto le mie idee per quanto salde e convinte possono essere solo una angolazione e che non vanno bene per tutti o in tutte le situazioni.

Di qui la personalissima scelta di spogliarmi di un io convinto quando mi confronto per sposare delle regole, non confezionate da me, ma uguali per tutti e la dialettica corretta e rispettosa e libera non è che una regola di comunione. Una chiave per permettere allo sguardo di diventare più autentico, per fermare rabbia e orgogli e pregiudizio (il titolo del libro non è una battuta voluta) anche quando qualcuno la pensa in modo inconcepibilmente lontano dal mio! Anche perchè non ci sono mostri e con rispetto e accettazione e col riconoscimento dell'eguaglianza nel peso delle voci non possono che solidificarsi i legami.

Io ti ho in passato contestato la non volontà di metterti tra noi, di annullare per un istante quell'io preponderante e ascoltare anche altre voci, che non sono verità, benì altre letture dell'essere e del mondo.

Ultima considerazione: nella citazione è appunto Bobbio che dipana il fil rouge e a un certo punto il resoconto della disputa di pensiero gli serve per illuminare proprio l'idea che non c'è qualcuno che sbaglia, bensì qualcuno che rivendica la stessa cosa partendo da punto di vista e da esperienze diverse, ma alla fine chi parte da diseguaglianza arriva a uguaglianza e viceversa finendo per mescolarsi, alchè imparando dalla storia messa a confronto Bobbio decide l'epoché, la sospensione del giudizio e riavvolge il filo assumendo un punto di vista di verso: la continuità, non negare nè l'uguaglianza nè la differenza, ci sono entrambe, operano su piani diversi, ma l'impportante, il punto, non è decidere o scannarsi per sapere cosa prevale o cosa è giusto o sbagliato, bensì lavorare insieme e accettare entrambe per costruire insieme, attraverso l'ascolto e l'accettazione e il riconoscimento e il rispetto un mondo in cui le differenze diventino davvero esaltare per la loro preziosità e la loro unicità e contribuiscano a migliorarci e non siano solo strumento politico di discriminzazione e di litigio e di blocco.

Non importa se siè diversi o uguali, il punto è costruire un bene comune di cui tutti noi diversi possiamo egualmente beneficiare: la libertà di essere noi stessi.
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Ultima modifica di le livre noir il Dom 20 Apr 2008 - 14:16 - modificato 2 volte.
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Bambi1985
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyDom 20 Apr 2008 - 13:37

Concordo fino ad un certo punto, ossia nella misura in cui si parla di un metodo di rapportarsi agli altri nel confronto dialettico di opinioni.

Perdonatemi se mi permetto di spostare l'attenzione dal filosofico alla cruda praticità: come premesso, un conto è discutere come si sta facendo su questo forum, su destra e sinistra, o su nord e sud, ecc., e confrontarsi sull'atteggiamento mentale reciproco.
Viceversa, non concorderei se si volesse applicare lo stesso ragionamento a certi valori, a mio parere assoluti, riguardanti la dignità umana.
Se mai mi dovessi confrontare con un musulmano che sostiene di poter picchiare un donna perchè è inferiore, o di poterle praticare l'infibulazione a 4 anni, per conto mio non ci sarebbe confronto che tenga; per quanto abbia altre tradizioni culturali millenarie, una formazione diversa, non potrei mai giustificare atti di violenza. Per questo mi spavento quando sento parlare di leggi che possano permettere l'infibulazione in nome del rispetto delle diversità culturali, secondo me ci sono cose che non possono nè essere condivise, nè "lasciate correre" per un malinteso senso di rispetto dell'altro, quando incidono sui diritti umani fondamentali. Potrei di certo ascoltare, ma non sarei aperta ad un confronto che magari possa portare ad un "vivi e lascia vivere": la mia conclusione in questi casi sarebbe senza appello, e di certo, con un atteggiamento che verrebbe definito "di chiusura", cercherei di convincere il mio interlocutore del suo errore, finanche esprimendo duri giudizi di merito.
E' verissimo, la libertà di essere noi stessi è un bene prezioso, forse il + prezioso di tutti: ma che succede se ci si confronta con chi nega quella libertà?

Scusate se mi sono intromessa, magari cìò che ho scritto non c'entra nulla detto con quello di cui discutevate, liberissimi di non raccogliere la mia provocazione. Preferisco sempre parlare riguardo a fatti che a teorie, per quanto interessantissime.
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyDom 20 Apr 2008 - 13:49

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Non riesco a capire se mi travisate per pura polemica o se mi spiego davvero male nonostante ormai mi ripeta...

IO FACCIO DISCORSI UMANISTICI MA NON MI RIVOLGO AL MONDO INTERO: A NOI...QUANTI SIAMO, ADESSO CI CONTO, A NOI DEL FORUM , A NOI CHE ABBIAMO FATTO LA SCELTA, NOI ABBIAMO SCELTO, DI CONFRONTARCI.

Se poi le regole del comune rispetto volessero applicarsi anche al mondo esterno non mi farebbe schifo, ma diventa un'altra scelta personale!

E credo non si possa pensare che io mi rivolga a casi di crimini o di atrocità! O che qualcuno di noi non si indigni e si ribelli a casi del genere. Questo però non esula dal fatto che se ne possa parlare senza scendere alla generalizzazione o alla categorizzazione del mondo manicheo in buoni e cattivi.

Certo la praticità è un pregio, ma non credo sia impossibile applicarvi un po' di solidarietà e impegno quando si è tre gatti di giurisprudenza in un forum èlitario visto che è chiuso (per loro scelta, in quanto non on topicper loro) a studenti di altre discipline o a altre persone ugualmente interessanti, ma che magari non sono interessate a noi.

Rispondiamoci non travisandoci se no è la tragedia e non credo di esprimere questa idea di confetto visto che comunque quando ho da dire mi esprimo anche credamente. Non si tratta di darsi sempre ragione o di vedersi identici, si tratta di rispettarci parlando dell'argomento che scegliamo di volta in volta senza andare sul personale e esimendosi da trascinare il tutto in constatazioni che provocano litigio e non discussione.

Spero di essere stata il meno filosofica e zen possibile.

P.S. saranno solo teorie, ma non credo da sottovalutare: non è solo un altro metro per conoscere con chi parliamo ogni giorno (le livre noir, lele ecc), ma sta diventando anche un corso di logica (filosofico giuridica) sempre attraverso i nostri seppur piccoli rudimenti, e non mi sembra affatto cosa da poco per noi umili futuri giuristi immersi nella dimensione che più si spaccia per logica: il diritto, e per noi globalizzati consumatori che veniamo circuiti dalle illazioni (salti logici) del marketing. Ovvio poi che la teoria non è più tale se ci si impegna a metterla in pratica.

Comumque Bambi se vuoi parlare di GLOBALIZZAZIONE, non è provacazione, è solo un'altra cosa, e mi fa piacere. Ne parlerò dopo, intanto se qualcuno vuole iniziare sarebbe interessantissimo.
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Bambi1985
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyDom 20 Apr 2008 - 14:52

Livre noir sei stata chiara come il sole sunny

Pensavo che il discorso, pur partito dalla dialettica interna al forum, stesse prendendo una piega universalistica, ma vedo che avevo capito male Wink
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyDom 20 Apr 2008 - 14:57

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Niente di universalistico, voleva essere solo la riflessione sul metodo per gestire i nostri interventi.

Se no diventerebbe come parlare delle angherie sofferte dal Dalai Lama astraendosi dalla sua persona e della sua scelta di vita in quanto teorico e asceta. Sarebbe applicare cornici senza quadri.

Comunque ci siamo capiti Very Happy
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MessaggioTitolo: un paio di occhi nuovi!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyDom 20 Apr 2008 - 21:22

DIPPOLD L'OTTICO
Spoon River Anthology

"Che cosa vedete adesso?
Globi di rosso, giallo, porpora.
Un momento! E adesso?
Mio padre e mia madre e le mie sorelle.
Bene! E ora?
Cavalieri in armi, donne bellissime, visi delicati.
Provate questa.
Un campo di grano—una città.
Molto bene! E ora?
Una giovane donna e angeli chini su di lei.
Una lente più forte! E ora?
Molte donne dagli occhi luminosi e le labbra socchiuse.
Provate questa.
Un bicchiere su un tavolo, nient’altro.
Ah, capisco! Provate questa lente!
Solo uno spazio aperto—non vedo niente di particolare.
Bene, e ora!
Pini, un lago, un cielo d’estate.
Va meglio. E adesso?
Un libro.
Leggetemi una pagina.
Non posso. I miei occhi sono attratti oltre la pagina.
Provate questa lente.
Abissi d’aria.
Magnifico! E ora?
Luce, soltanto luce, che trasforma tutto il mondo sottostante in giocattolo.
Benissimo, faremo gli occhiali così.
"
Edgar Lee Masters
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyMar 22 Apr 2008 - 17:13

continuare a fare copia incolla di pezzi di letteratura o filosofia non ti porta a nulla

perchè non scrivi di tuo pugno?
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LELE
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyMar 22 Apr 2008 - 17:21

Essere ha scritto:
continuare a fare copia incolla di pezzi di letteratura o filosofia non ti porta a nulla

perchè non scrivi di tuo pugno?

veramente quando scrive di suo pugno scrive post fin troppo lunghi e articolati... geek
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyMer 23 Apr 2008 - 10:15

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Oddio, mi pareva di aver scritto fin troppo di mio pugno, ho citato dei brani solo per farveli leggere e sapere cosa ne pensavate, e perchè a me sembrano belli e avrei voluto che anche voi mi rendeste partecipi di letture che vi hanno fatto riflettere.

A parte questo, è vero scrivo cose troppo lunghe, mi stanco da sola, cercherò di sposare il minimalismo. promesso.
cat
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michele lupoi




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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyMer 23 Apr 2008 - 12:53

non si scoraggi, livre noir, continui così!
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MessaggioTitolo: faits divers - cronaca   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyGio 24 Apr 2008 - 18:51

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Le citazioni precedenti volevano essere una sorta di mia bibliografia, e volevo chiedere a tutti, in particolare a lele e Calò, se vi va di aggiungere un vostro brano, un vostro stralcio, che vi è piaciuto, che parla di voi, o che semplicemente si riaggancia all'argomento diversità/uguaglianza (ma non forzatamente). Una piccola nostra antologia per vedere su cosa gli occhi altrui si soffermano (di qui l'epitaffio di "Dippold l'ottico" che, della raccolta, è il mio preferito). ...Come fonti che parlino di noi, anche se ognuno di noi vi trova solo riscontro, ossia la condivisione con un autore di ciò che comunque ci appartiene perchè abbiamo già pensato in proprio!

Inoltre ho trovato questo articolo, che si ricollega al discorso che abbiamo affrontato durante le nostre querelles come considerazione a margine, ma non marginale: l'approccio al (non)luogo in cui scriviamo e dunque in cui operiamo, e di tante altre forme di comunicazione mediatiche e "a distanza". Volevo chiedervi cosa ne pensate, dell'articolo e del merito.

Articoli > tendenze (02/01/2008)
Spazi di condivisione
Li chiamano social networking, social network web sites, social software, ma il concetto è sempre lo stesso: incontrarsi in rete, condividere, conoscere altri utenti. Le reti sociali sono strumenti in grado di generare nuovi spazi di creazione di gusti e consumi culturali...
I social networking sono siti internet che hanno uno scopo solo: quello di mettere le persone in contatto fra di loro. Sono uno strumento in grado di generare nuovi spazi di creazione di gusti e consumi culturali, dimostrandosi potenzialmente capace di capovolgere i sistemi produttivi culturali, a partire da quelli musicali.
E funzionano tutti nello stesso modo. Si crea una username e una password, si compila un breve resoconto su se stessi – scuole frequentate, lavori fatti, musica preferita, letture abituali, hobby e cosi via – e con questa identità digitale si comincia a cercare persone che condividono i nostri interessi. Oppure no.
Di solito si inizia cercando gli amici – magari già iscritti a questi servizi – e poi si passa a sfogliare le pagine degli altri utenti alla ricerca di persone da contattare, secondo un criterio che noi decidiamo e che ci viene suggerito da come altri come noi hanno compilato il proprio profilo. Nella loro estrema semplicità, i social network sono dei meccanismi molto potenti e questo potere è racchiuso nel nome: network. La possibilità, cioè, di fare rete, di mantenere contatti e di crearne di nuovi. A ben riflettere questi servizi del web 2.0 permettono di fare con internet quello che tutti noi facciamo ogni giorno, conoscere persone e scambiare qualcosa con loro, spesso idee, molto spesso relazioni - di amicizia, per esempio.
È la stessa filosofia del viaggio in treno, quando noi un po’ per noia, un po’ per curiosità, attacchiamo bottone al nostro vicino di posto o ci facciamo coinvolgere in discussioni su massimi sistemi così, solo per il gusto di farlo. Ovviamente non tutti i social network sono uguali. Ci sono i siti dove creare nuove amicizie come MySpace o Facebook. In questo caso attraverso la pagina che rappresenta il nostro profilo, la nostra identità online, lanciamo messaggi, facciamo vedere video (magari “presi” da Youtube) oppure mostriamo le nostre foto. Esistono siti dove creare contatti professionali – Linkedin o Neurona – in questo caso la pagina che rappresenta la nostra identità online altro non è che il nostro curriculum, e seguendo il percorso rappresentato dalle connessioni conosciamo altre persone che magari cercano proprio noi per coinvolgerci in un progetto.
Ma il processo di specializzazione non conosce limiti, è solo una questione di fantasia. È il caso di Last.fm il sito di social network a tema musicale, dove possiamo condividere le nostre playlist preferite e, ascoltando quelle degli altri, possiamo conoscere nuovi gruppi, nuove tendenze. Oppure Dogster – se si amano i cani – o Catster – se si amano i gatti, luoghi virtuali dove parlare del nostro “fido” o del nostro “fufi”. Voglia di chiacchierare, desiderio di parlare della musica che ascoltiamo o semplicemente scambiare consigli su qualcosa che ci sta a cuore (come il nostro animale domestico): comunque venga declinato è la passione il vero motore di queste applicazioni. Il web è solo un'opportunità tecnologica, condizione necessaria ma non sufficiente. Se il web fosse una metropoli, i siti di social networking sono come dei giardinetti dove recandoci incontriamo altre persone oppure sappiamo che di lì – prima o poi – incontreremo i nostri amici. Sono una porzione finita di spazio sociale che fa parte di quella porzione infinita di contenuti, contatti, persone, interessi che è il web. Porzione finita.
È questo che sta interessando gli esperti di marketing. Il marketing deve canalizzare attenzione su un prodotto o un servizio cercando di intercettare tutti quelli che potrebbero essere consumatori interessati. Per fare questo non è sempre conveniente usare – ad esempio – la televisione, troppo costosa e dispersiva. È più semplice promuovere il gruppo su MySpace o Last.fm, dove c’è una comunità di appassionati che daranno al gruppo un’attenzione tale che non si avrebbe con altri canali.
Più efficace. Ed economico.


[Davide Bennato]
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MessaggioTitolo: Re: per scriverne "di tutti i colori"!   per scriverne "di tutti i colori"! EmptyVen 25 Apr 2008 - 22:06

Trovo giustissima una riflessione non solo giuridica o economica su internet. dico non solo giuridica od economica perchè già d tempo mi interesso di questa nuova frontiera, e non a caso in sede di conferenze intergovernative sono già state avanzate più ipotesi di giungere ad un "internet bill of rights" e quindi internet non più come dimensione squisitamente tecnica e mediatica ma con accezioni politiche direttamente collegate alla libera manifestazione del pensiero. Ulteriore esempio dell'importanza crescente di questo "non luogo" sono i "creative commons" e cioè un nuovo genere di copyright nato da uno studio di un professore americano,che viene incontro ai limiti/esigenze di contemperare l'invenzione ed il diritto di autore con il diritto a vole usufruire dell'arte (musica, libri, ecc...) o il diritto a volersi informare ecc...
appena reduci dal clima di campagna elettorale non posso non aver notato con piacere che qui invece la discussione si è sempre svolta nella maniera+corretta possibile, un po ovviamente per limiti fisici, ma soprattutto per la correttezza degli interlocutori...
Per ora il mio commento all'articolo offertoci da livre si ferma qui: ho la tastiera che mi sta facendo impazzire e devo andare a studiare ...




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